Sempre restando nel pieno rispetto del garantismo giuridico per gli indagati, quanto è emerso in questi giorni non può lasciare indifferenti.
Indignarsi, però, non è sufficiente: bisogna infatti domandarsi come mai sia stato possibile arrivare fino a qui.
Una Regione “centralista” che detiene potere e denaro è una preda attraente per chi ritiene di poter offrire pacchetti di voti in cambio di privilegi.
Quello che viene contestato ai liberali è che in un mondo di libero mercato, in cui il peso dello Stato sia ridotto al minimo, ognuno si fa gli “affari propri” a scapito degli altri. Detto che a questa affermazione ci si può opporre con forza, provocatoriamente viene da dire che anche in questa Regione onnipresente ci si fa gli “affari propri” a scapito di altri; con la differenza, non da poco, che nel secondo caso lo si fa con i soldi di tutti i contribuenti e non a spese proprie.
Mouv’ non è da considerare un partito liberale in senso stretto. E’ un partito autonomista che è estremamente ferito da queste vicende che continuano a minare la credibilità e il valore di un’autonomia estremamente importante per la nostra Regione e sempre più additata nei media nazionali come anomalia da sanare. Mouv’ però, dalla sua nascita, ha capito che un centralismo così forte non può andare bene e che la priorità per un rilancio della Valle d’Aosta non può prescindere da un passo indietro del pubblico all’interno dell’economia e dal favorire le iniziative private.
Questo senza poter immaginare situazioni così gravi come quelle emerse, che rappresentano però un corollario piuttosto diretto dello stato attuale delle cose.
Alessandro Poser