Non desta stupore la recente mezza dichiarazione di Matteo Renzi al giornalista televisivo: presto o tardi, una unione di intenti col rivale Salvini s'ha da fare, e ciò per molteplici motivi che qui risultano secondari.
Infatti, la peculiarità della politica valdostana ha portato già dall'inizio di questa Legislatura (giugno 2018) a considerare il movimento a bandiera verde come un interlocutore serio per introdurre anche in Valle una politica economica diversa dal passato e che sappia risolvere i problemi strutturali della Regione. E per primi siamo stati noi del Mouv', dopo una campagna elettorale il cui slogan in materia economica è stato “basta distribuire, è ora di produrre”, a voler concorrere a determinare in Consiglio Valle una svolta liberale capace di cambiare i destini della Regione, svolta che si è potuta manifestare per breve tempo e che nel sostegno consiliare alla soluzione giudiziaria della vicenda Casino' ha trovato il suo risultato più alto.
Agli aspetti finanziari si aggiunge la peculiarità di una frammentazione del quadro partitico che lentamente si sta chiarendo: da un lato c'è la diaspora unionista, alimentata anche da chi ne aveva a sufficienza di certi sistemi di potere “rollandiniani”, dall’altra c’è chi ha di fatto usurpato il titolo di “autonomista” a soli fini elettorali. Quel che mi preme segnalare è come oggi conti più che mai un’economia sana e dunque solida, che alimenti il nostro riparto fiscale necessario per affrontare i problemi, riportando a un minimo di normalità un tessuto economico che chiede solo di poter operare senza le troppe disfunzioni addirittura logistiche che intrappolano la libera iniziativa.
In breve, in Valle d'Aosta lo scontro politico odierno non è tra destra e sinistra, ma tra il degrado della politica in affarismo e clientela – che ha soffocato l'intraprendenza dei valdostani – e chi invece si batte per introdurre le condizioni strutturali affinché il tessuto sociale possa esprimersi in una logica di mercato che tenga conto delle compensazioni necessarie in zone di montagna come la nostra (si veda l'art. 5 dello Statuto Mouv').
In tutto questo, Mouv' ribadisce l'attenzione ai temi autonomisti, a cominciare dalla vituperata legge elettorale la quale invece già è stata novellata di recente e certo non necessita di alcuna modifica in senso presidenziale – per le ragioni richiamate sopra oltreché statutarie – e alla quale è sufficiente una rimodulazione al ribasso della soglia per ottenere il premio di maggioranza, come proposto dal Consigliere Elso Gerandin nell'ultimo Consiglio.
Ma questo va accompagnato da soluzioni per i temi seri, cominciando dalla Sanità, dal futuro di Cva assieme alla centralità dell'offerta turistica, come più volte espresso dal Consigliere Claudio Restano le cui idee collimano con quanto qui sostenuto. Infine, il Mouv' ribadisce l'attenzione ai temi strumentali e più semplicemente logistici come il rischio idrogeologico e la viabilità.
Resta da aggiungere, a scanso di equivoci, che il rilancio dell’economia, contro logiche “stataliste”, va di pari passo con la necessità di mantenere e rilanciare il Welfare valdostano, cioè un modello capillare di attenzione ai bisogni dei cittadini e delle famiglie, essendo questo il cuore del pensiero federalista cui ci richiamiamo entro il contesto europeo.
Massimiliano Pegorari,
Presidente